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martedì 23 aprile 2024

Guarire i ricordi delle vite passate

(Carolyn Gelone)
“Penso che io stia galleggiando al di sopra di quel corpo”, disse la donna,
seduta e rilassata con gli occhi chiusi nel mio ufficio. “La vita è finita!” Fece un
respiro profondo.
Ma quella vita passata è veramente finita? La teoria della reincarnazione
asserisce che l’anima passa molto spesso dalla terra, vita dopo vita. Gli scettici
possono credere che la vita di ogni persona sia separata e non in relazione con
il passato. Ma come consulente di vite passate devo dichiararmi d’accordo con
Edgar Cayce, “...ogni entità sulla terra è quella che è per quello che è stata!”
(2823-3)
Il mio primo incontro con la memoria delle vite passate è stato in una
regressione di gruppo diciassette anni fa. La conferenziera aveva dapprima
parlato della teoria di molte vite, poi si offrì casualmente di condurre
un’esperienza in cui saremmo andati indietro nel tempo - una regressione
ipnotica di gruppo. Esitai. La mia riservatezza naturale nei gruppi mi fece
pensare due volte prima di acconsentire di andare avanti col procedimento.
Ma alla fine lo feci. Quella notte mi capitarono tre esperienze che svegliarono
la mia attenzione. La prima, la persona che era stata il mio innamorato
d’infanzia apparve in una delle mie vite passate. La seconda, riconobbi una
donna in una delle mie vite passate che avevo appena incontrata a quella
conferenza e avevo sentito un rapporto immediato con lei. E la terza,
cominciò un legame con la conferenziera che condusse ad un rapporto di
mentore/studente. La mia vita stava per cambiare. Questa tecnica appena
trovata mi avrebbe dato un processo personale di guarigione che era
profondo come l’anima.
Penso che la mia prima reazione al ricordo delle vite passate sia stata
stupore dell’idea che ci potesse essere un rapporto fra un’immagine del
passato e i miei sentimenti attuali. Nella mia sessione successiva con
l’ipnoterapista svelai più di una scena piacevole con un amico o due. Ecco le
parole che scrissi nel mio diario:
Sessione Due: Vedo una ragazza giovane e bella vestita con un abito chiaro e
leggero che balla per il sultano e la corte. Sono io la donna in costume.
Guardo la folla con i suoi occhi e vedo un uomo con il turbante. Pare che ci
riconosciamo senza parole. Quando arriva il prossimo gruppo di
intrattenimento esco dalla stanza e vado in una zona nel palazzo che
assomiglia ad una nicchia. La persona con il turbate arriva dopo poco.
L’incontro è ovviamente clandestino. La sensazione di pericolo è molto
evidente, dato che parliamo con bisbigli. Io sono cristiana e passo un
messaggio da parte dei cristiani a questo uomo. E’ una cosa molto
pericolosa. Egli mi dice che devo andarmene e poi mi accompagna da due
guardie. Mi portano in un rifugio lontano con altri seguaci di Gesù.
La scena cambia e ora sono nelle catacombe. Non mi sento a mio agio con
questa gente “contadina”. Sono giovane e mi lamento di tutto. Essi sembrano
infinitamente tolleranti! Poi tutto cambia. Mi rifiuto di nascondermi e vengo
catturata e portata al Colosseo Romano. La prossima cosa che so è che sono
nell’arena e sono ferma come una pietra quando un leone si avvicina. Il
terrore è completo; non mi muovo mai. Poi in un attimo sono su, al di sopra
del corpo, guardando giù.
Fui totalmente stupefatta! Dissi immediatamente: “Faccio la stessa cosa
oggi. Se vedo un cane grosso congelo dalla paura!”
Come poteva essere? Una sensazione di duemila anni fa che riaffiora nel
mondo di oggi? Nel mio lavoro come regressionista di vite passate ho visto
ripetutamente come i miei pazienti hanno sperimentato quello stupore. Il
nesso emotivo è il legame che ci lega ai ricordi del passato. Se il ricordo è
edificante e gioioso, sperimentiamo nuovamente quella gioia. Viceversa, se il
ricordo è scioccante o pieno di paure, la rivelazione dell’evento localizza il
nodo della questione da guarire.
Secondo le letture di Cayce le emozioni sperimentate sul piano terreno
vengono affrontate nuovamente in vite successive sul piano terreno. Esse
vengono a noi in ciò che Cayce chiamò “impulsi”. Gli impulsi emotivi che sono
negativi hanno di solito un aspetto limitante ed influenzano gli schemi di
crescita negativamente.
I ricordi delle vite passate consistono insieme di pensieri e emozioni.
Quando un pensiero viene cambiato, esso può influenzare gli impulsi o le
emozioni. Nel processo di consultazione la conoscenza si sviluppa sia dai
punti di vista delle vite passate sia da quelli di oggi sul problema. Questo
rende possibile desensibilizzare questi impulsi. Detto in modo semplice, il
processo è rivelazione e liberazione. La guarigione implica una liberazione
emotiva.
Alla fine del mio ripasso delle vite passate la consulente mi chiese che
sentimenti avessi nei confronti degli animali. Ammisi la mia paura di loro
avuta per tutta la vita. Tramite domande abili e un lavoro di suggestione
cominciò ad inquadrare di nuovo l’evento passato facendo affermazioni come:
“I tempi sono diversi ... Lei è diversa ... Ha molto più controllo della sua vita
della ragazzina viziata, non è vera?” La mia logica lo confermò. “Ora lasciamo
andare quel ricordo,” continuò. “Lei non ha bisogno di sentire altro che
prudenza quando incontra un animale.” Che sollievo! Mi sentii diversa! In
qualche modo più leggera.
Il tempo passò, prima che mi accorsi di un cambiamento avvenuto in me. Il
suggerimento di usare solo prudenza con gli animali cominciò a fare effetto.
Sebbene cominciassi a cambiare impercettibilmente dapprima, alla fine
modificai le mie azioni nei confronti di tutti gli animali - gli animali domestici,
i cani randagi, i leoni nello zoo. Non mi sorpresi più in uno stato di terrore.
Non ebbi più reazioni esagerate per la paura. Ripensandoci, la realizzazione
di quel cambiamento avvenne circa un anno dopo la regressione. Successe
quando andai a casa di una nuova amica. Quando entrai a casa sua, il cane da
presa di famiglia mi aspettò alla porta. Mi fermai per permettere al cane di
abituarsi a me, ma continuai diritto e salutai la donna senza preoccuparmi del
cane. All’improvviso l’intera situazione si registrò nella mia mente. Qualcosa
era diverso. In qualche modo avevo cominciato ad applicare il suggerimento
di avere “un approccio prudente” e la paura irragionevole degli animali si era
allontanata.
Il cambiamento aveva seguito questa sequenza di apprendimento: rivela,
rilascia, riprogramma, risultato. Infatti Cayce dichiarò che un tale
cambiamento negli schemi emotivi fosse possibile. “Poiché nessun impulso di
qualsiasi tipi supera il diritto di nascita [cioè, la volontà] di ogni anima in
un’esperienza materiale. Così troviamo che … l’applicazione del sé in qualsiasi
direzione cambia gli impulsi e costruisce o diminuisce le emozioni del fisico.”
(2279-1)
La guarigione di un ricordo delle vite passate non richiede sempre un anno.
Un risultato più immediato fu raggiunto da una paziente che aveva uno strano
problema. Non riusciva a portare molti gioielli sentendosi a proprio agio. E i
braccialetti non avevano mai fatto parte del suo guardaroba. Ella si chiese se
fosse un problema radicato in una vita passata
Nell’ipnosi andammo indietro nel tempo e trovammo una vita nell’Egitto
del primo secolo. Ella fu uno schiavo maschio. Questo schiavo, insieme a
molti altri, fece un lavoro manuale faticoso. Era difficile sollevare oggetti
pesanti perché questo schiavo aveva una corporatura fragile, era sottonutrito
ed era impedito terribilmente da pesanti fasce di metallo intorno ai polsi!
Tutti erano incatenati insieme. Persino in questo stato di torpore mentale lo
schiavo si rese conto con disperazione quanto fosse dura questa vita. Eppure
si fece strada una vaga idea che ci doveva essere un modo migliore.
Lisbeth, la cliente, rise quando finì questa visione ipnotica. “Questo ha
molto senso. Chi vuole sentirsi incatenato?”
Poi le chiesi se c’era una parte della sua vita in cui sentiva grande difficoltà.
Sembrava che le fosse diventato insopportabile lavorare nel suo ufficio, fino
al punto che si era licenziata prima della nostra sessione. Il capo aveva
cambiato le procedure dell’ufficio e avevano chiesto a lei di fare più lavoro
senza un aumento di paga. “Ho dovuto licenziarmi,” disse. “So che c’è un
modo migliore. Quello era come un lavoro da schiavi!”.
Lisbeth mi chiamò alcune settimane dopo per farmi sapere che aveva
cominciato a portare il braccialetto che suo marito le aveva comprato per
regalo. Era deliziata del fatto che riuscì a portarlo sentendosi perfettamente a
suo agio!
In questo caso sembra che la guarigione sia avvenuta all’istante. Ma le
apparenze possono ingannare. Diamo un’occhiata a qualche fattore di base
che ha a che fare con questo caso. Come anima Lisbeth era cresciuta e si era
sviluppata dai tempi in cui fu uno schiavo. Nell’Egitto del primo secolo la sua
coscienza nascente aveva vagamente compreso che ci doveva essere una via
migliore. Ora si era sviluppata arrivando al punto di azione. Quando ella ebbe
la scelta sul lavoro di rimanere in una posizione insoddisfacente o di
andarsene, lei se ne andò. Le emozioni, più il sintomo fisico rinchiuso in
quell’emozione, furono liberati da quell’azione decisiva. Il tempo, oltre alle
esperienze delle vite passate e le circostanze, l’avevano portata ad un punto di
svolta. Ora sapeva e agiva secondo il principio che il lavoratore vale la sua
paga.
Era un caso di guarigione istantanea? Probabilmente no. Era piuttosto una
questione di ciò che Cayce chiamò processo interiore di “riga su riga” - uno
che alla fine arriva al suo punto di realizzazione. La guarigione deve essere
compresa come un processo che succede in un contesto: siamo delle anime in
evoluzione.
Il prossimo caso che mi viene in mente è quello di una donna che non aveva
una paura o un sintomo fisico da guarire, ma, invece, il desiderio di indugiare
e di usare la sua capacità nello scrivere. Ella mi disse che scrivere era una
cosa naturale per lei e che le piaceva, ma aveva delle difficoltà a riservare del
tempo ed era frustrata per le sue scuse. Era in grado di trovare il tempo per
dei progetti di gruppo e per socializzare, ma non ce la fece mai di scrivere.
Portò questa domanda alla sessione di consulenza sulle vite passate: “Ho ciò
che è comunemente noto il blocco dello scrittore o ho un blocco per le vite
passate?”
Cominciammo a lavorare ricordando il passato e trovammo una vita
nell’Inghilterra Vittoriana. Ella era la figlia maggiore della famiglia di un
vicario. Suo padre era vedovo ed ella si prese cura della casa per lui. Come il
tempo passò, ella sentiva che avrebbe dovuto continuare ad occuparsi della
casa e di suo padre, così non cercò il matrimonio o una casa sua. Sebbene la
vita fosse molto piacevole, ella era sola. Per il proprio divertimento cominciò
a scrivere delle storie sui signori e sulle signore di Londra e sui balli alla corte
del re.
Alla fine di quella vita il messaggio sembrava chiaro: prendi il tempo per
equilibrare lo scrivere con altri avvenimenti della vita. Non hai bisogno di
temere la solitudine quando cominci a scrivere. Così ella lasciò quella seduta
di consulenza con un’affermazione che le ricordava che poteva integrare il
passato e il presente.
Uno sviluppo interessante di questa situazione ebbe luogo due mesi più
tardi. Ella ricevette una telefonata da sua madre riguardo all’ultima crisi nella
vita di sua madre e avrebbe voluto vivere abbastanza vicino per essere con lei,
perché erano emotivamente vicine, anche se distanti geograficamente. Dopo
la telefonata si mise comoda sulla sua sedia e cercò di rilassarsi. Allora ebbe
una visione di suo padre nei giorni Vittoriani. Guardò in quegli occhi e capì
che questa era la stessa anima della sua madre attuale! Le parole che le
vennero alla mente erano: “L’unico modo per aiutarla è aiutarla a aiutarsi
questa volta! Una persona può imparare spiritualmente attraverso la
dipendenza da se stessa. Non l’hai aiutata l’ultima volta sacrificando la tua
vita per lei!”
Le parole la fecero trasalire. Furono seguite da un afflusso di energia
emotiva in tutto il suo corpo. Lo seppe tutto in quell’unico istante. Per sette
anni aveva sentito una colpa terribile per non aver fatto di più per sua madre.
Tutto era cominciato al momento del suo matrimonio. Le sue nozze e la morte
accidentale di suo padre accaddero a distanza di due settimane . Aveva dovuto
lasciare sua madre appena diventata vedova per iniziare la sua propria vita
matrimoniale nella sua propria casa. Sette anni di colpa! Sentì dolore e
liberazione simultaneamente. Una trasformazione avvenne nella sua mente.
Si rese conto che non era necessario prendersi cura di sua madre vedova nel
modo in cui si era presa cura di quel padre della vita passata! La guarigione
comprende uno spostamento nella percezione.
Era venuto il momento giusto per una svolta in questa colpa. Lo stato di
prontezza aveva attirato a lei la risposta, come l’avrebbe fatto per tutti noi.
Questo illustra come guarire i ricordi delle vite passate è un processo
metafisico, spesso associato con punti di svolta della comprensione. La
paziente non aveva lavorato coscientemente sulla soluzione del dilemma con
sua madre, ma la sua buona volontà di cercare aiuto per altri ambiti della sua
vita aveva portato alle informazioni che servivano a quello scopo.
La coordinazione dei tempi è cruciale per il processo di guarigione. Quando
i miei pazienti chiedono se il processo di regressione li “curerà” rispondo che
non ci sono alcune garanzie. L’aiuto arriva sotto varie forme alla persona che
è pronta di cambiare e la conoscenza della regressione è soltanto una
possibilità. Devo aggiungere un’altra osservazione sulla coordinazione dei
tempi: lo stato di prontezza di una persona viene sempre onorato dalle Forze
Universali. Ci sarà una risposta; però accettare quella risposta può richiedere
il passo successivo nel processo della propria crescita.
Quell’opportunità di crescere è esattamente ciò che è successo a me. Dopo
la mia regressione iniziale con il mio mentore cominciai a studiare le tecniche
usate nelle consulenze sulle vite passate. Mentre studiavo continuai a lavorare
nella mia carriera come insegnante scolastica. Stavo imparando le regole
della mente e dello spirito per il mio proprio interesse, così pensai. Non molto
dopo che gli studi erano cominciati, ebbi una serie di sogni in ognuno dei
quali una cinepresa stava al centro del mio banco a scuola. Adoperavo la
cinepresa, ma non riuscivo a vedere le immagini. Mi ci volle un po’ per
associare la cinepresa e il film con la mente e le scene delle vite passate. Alla
fine mi domandai: “Potrebbe questo essere una carriera nuova per me?”
Guidata da quei sogni cominciai un anno di tirocinio come consulente di vite
passate.
Non soltanto lavorai con altri quell’anno, ma guardai più da
vicino la mia propria vita passata da cristiana quando ero stata
uccisa da un leone. Tornai ripetutamente su quella scena di
morte. Un nuovo pensiero mi colpì quando mi staccai di più dal
sangue e mi misi di più in armonia con una visione comprensiva
della situazione: la mia paura delle folle poteva essere cominciata
là.
Che scoperta significativa! Era previsto che dessi un programma di
addestramento per il mio distretto scolastico e il pensiero di stare davanti al
gruppo mi intimidiva. Questa non era un’apprensione nuova. Sono
agorafobica e lo sono stata da quando avevo vent’anni. (Il termine greco
agorafobia significa “paura della piazza del mercato”; perciò paura della
folla.) Ma certamente, parlare con il gruppo non poteva essere paragonato
con l’affrontare quel leone nell’arena, o forse sì? A molti dei miei colleghi più
anziani non piacevano i nuovo metodi di insegnamento e la mia presentazione
programmata riguardava queste tecniche e il grado di successo che avevo
ottenuto.
Poi ebbi un secondo intuito. Eccomi di nuovo, a parlare di idee nuove,
controverse - proprio come quando seguivo gli insegnamenti di Gesù e
passavo il messaggio agli altri. Ora il quadro diventò più chiaro. Le mie paure
venivano attivate e minacciavano a ostacolare i miei interessi, le mie nuove
scoperte e il mio desiderio di condividere quelle conoscenze.
Ora il terreno era pronto! Le paure e i dubbi delle vite passate stavano
contrastando i desideri del presente. Era veramente il sé che affronta il sé.
Avrei accettato questa opportunità di parlare delle mie credenze e esperienze
educative? Oppure le paure passate avrebbero dominato la situazione e mi
avrebbero fatto ritirare? Arrivò il giorno del programmo e colsi l’occasione.
Non era una coincidenza che una collega chiese di condividere il
tempo della presentazione con me! Mi sentii incoraggiata nello
sforzo che stavo facendo di lasciar andare il passato.
Cayce parlò di cicli di apprendimento: “... Gli individui sulla
terra si muovono da un ciclo all’altro nel loro proprio sviluppo,
nei loro rapporti con gli individui e con le attività che hanno a che
fare con ciò che più essere compiuto in una data esperienza.
Hanno, per così dire, preso questa o quella strada per affrontare certe
condizioni. E un’esperienza in una parte della vita è quindi come una lampada
o un vademedum. Quindi, quando arrivano nuovamente all’incrocio, per così
dire, c’è un’altra esperienza o un’altra lezione.” (993-4)
Così arriva un punto nella vita, un “incrocio”, in cui la conoscenza dal
passato viene usata per aiutare o per ostacolare. Scelsi di usare la mia
conoscenza per il mio beneficio. Era un passo liberatore, parte di un processo
graduale di cambiamento, e i miei clienti ed io sembriamo sperimentare
questo cambiamento con accrescimento continuo.
Nel caso di Lisbeth era il lasciar andare il suo disagio fisico con i gioielli:
affrontò la sfida di vedere quanto era veramente cambiata quando decise di
portare il braccialetto che aveva ricevuto in regalo. Fu accettabile in quanto
era una catenina d’oro leggera con alcune piccole pietre preziose incastonate.
Il commento di Lisbeth fu interessante: “Posso portare questo perché sembra
molto leggero sul mio polso. Non penso di poter portare quei braccialetti
pesanti .” Forse inizialmente esprimiamo tutti lo stato di guarigione in una
forma più “leggera”. Ma fintanto che è un’azione costruttiva la possiamo
considerare come un primo passo in un processo di guarigione in corso.
La mia cliente scrittrice lo dice così: “Sì, lascio andare i vecchi sentimenti.
Scrivo, anche se a scatti!” Ha un sorriso nella voce quando dice poi: “Due
passi in avanti e uno indietro.” La mia risposta è che i passi fatti un po’ per
volta dimostrano comunque la nuova tendenza della mente e indicano che la
guarigione si sta evolvendo.
Quel processo di guarigione e crescita era evidente nella mia vita. Dopo il
programma svolto durante il servizio a scuola mi chiesero di facilitare dei
seminari per insegnanti per produrre del materiale per nuove necessità di
curriculum. Mi piaceva molto condividere le idee in quel modo. Cominciai a
sentirmi più a mio agio nel guidare e condurre gli adulti e fui sorpresa del
numero di insegnanti interessati alle nuove idee. Più aumentò il livello del
mio benessere, più, penso, stavo guarendo.
Recentemente lessi La Mente: Il Potere Maestro, un libro di Charles Roth,
in cui scrisse: “Cambiate gradualmente. Le vostre abitudini cambiano, a volte
cambiano i vostri amici, cambiano i vostri valori, cambiano le vostre
circostanze, e cambia la vostra vita.” La mia vita stava per fare un grosso
cambiamento. Ero pronta ad arrivare al punto dei giorni del Colosseo
cominciando con l’idea di ricercare le letture di Cayce sull’educazione. Avevo
fatto un commento in quel senso in un appunto casuale, ma nell’arco di sei
mesi feci sì che presi il mio congedo sabbatico dal distretto scolastico per
iniziare la ricerca sull’educazione, sui bambini e la spiritualità. Come
risultato di questo progetto cominciai a condividere le informazioni con altri
insegnanti. Quando il congedo finì scelsi di continuare la mia ricerca e la mia
nuova forma di comunicazione. Con quella scelta colmai il vecchio e il nuovo:
parlai agli altri delle mie nuove credenze spirituali e i ricordi del passato non
furono abbastanza forti per trattenermi ora dall’opportunità che la vita aveva
presentata. Così fu raggiunto un nuovo livello di guarigione.
Questi sono tempi di crescita accelerata nel mondo e più gente sta
diventando consapevole delle possibilità in ogni situazione che la vita offre.
Alcune anime di un livello avanzato di coscienza sono in grado di vedere delle
scene delle vite passate nella meditazione e nei sogni - persino visioni, da
svegli. Molti dei miei clienti vengono da me già sapendo parecchio sulle loro
vite passate. Una volta ebbi una cliente che arrivò al suo appuntamento
dicendo che per poco non sarebbe venuta. Il suo motivo: “Non sapevo se
volevo ottenere più informazioni. Posso non avere il tempo di lavorarci in
questo momento!” Lei comprendeva le leggi. Siamo responsabili di agire su
ciò che sappiamo.
Ho imparato a rispettare le leggi universali che operano nella mia vita.
Guarire i ricordi delle vite passate è un processo che significa guarire il
karma. Considero il karma come una condizione squilibrata portata con sé da
una vita all’altra. Nella storia della mia stessa paura radicata in una vita
passata quel ricordo dell’anima accentuò per me una condizione negativa. Ma
era una condizione fuori dal contesto - una prova rimasta della vita - ed era
ora per me metterla in una certa prospettiva. Il karma può esistere soltanto se
esiste lo squilibrio. Ho chiesto ad alcuni clienti se sono pronti a lasciare
andare i cattivi sentimenti che hanno sperimentato vedendo una vita passata,
e a volte dicono di no. La necessità di prendere la rivincita e di punire l’altra
persona è l’emozione più forte per un tale cliente. In tal caso il karma
continua. Il tempo della guarigione non è ancora arrivato.
Quando inizia la legge della grazia in una situazione? Considerate lo stato
di grazia come una condizione equilibrata. Per esempio, potrei dire che il
ciclo completato con il mio problema lo ha elevato ad una forma di grazia. Il
problema è stato sbloccato. Ha prevalso un equilibrio. Sotto quella luce
guarire un ricordo di vite passate trasforma una situazione da karma in
grazia.
La vita è continua. Ho visto quella legge con ogni vita passata visionata dai
miei clienti. Le condizioni attuali e le esperienze delle vite passate sono
connesse in modo intricato nel corso del tempo. Karma e grazia sono
interconnessi quando ogni anima sperimenta i ricordi fisici e la loro eco
psicologica che li accompagna. Tutti i ricordi sono legati insieme - corpo,
mente e spirito. La guarigione iniziata su uno di quei livelli penetra agli altri
livelli. Questo è un processo di guarigione che è profondo come l’anima.
Nei sedici anni della mia consulenza nella regressione non ho mai perso la
mia meraviglia per la capacità di ricupero dello spirito umano. Per quanto
potesse essere stato soffocato per secoli, riemerge completo e trasformato dal
tempo e dall’esperienza. La guarigione succede davvero!
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