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venerdì 19 aprile 2024
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Cayce e i Vichinghi: la loro storia, mitologia ed il karma

Le letture di Cayce insegnano che la vita inizia nello spirito, assume coscienza
nella mente e poi si manifesta nel fisico, nel materiale – come Ra ed Iside
diventarono infine fisicamente presenti in Ra-Ta ed Isris, che furono le incarnazioni
nell’antico Egitto di Edgar Cayce e della moglie Gertrude. Ancora una volta Cayce
indica che, in origine, i mitici dei degli antichi abitanti della Scandinavia, i Vichinghi,
furono forze eteree e stati di coscienza, che divennero schemi di pensieri accessibili
e alla fine si manifestano in forma fisica come Odino e Thor in questo mondo di
materia.
Odino comincia nei regni dello spirito come un dio alla maniera e nella missione
di Ermete (mitologia greca) o Mercurio (mitologia romana). Come Ermete o
Mercurio, egli è la “guida di anime” e sovrintende a saggezza, magia, poesia e
profezia. Come Ermete e Mercurio, il suo nome è associato con la mente. Odino
significa qualcosa come “mente eccitata”. Il potere e i benefici della mente sono
espressi attraverso Odino e la sua missione fra gli umani. Odino è inoltre associato
con il dio egizio Horus, un altro dio connesso con la mente. Sia Horus sia Odino
perdono un occhio nella loro lotta per ottenere la saggezza e la vittoria sull’oscurità
e sul male.
Odino fa parte della trinità degli dei Aesir. Come Cayce indicò così spesso,
questa trinità è più strettamente correlata con stati e poteri mentali e spirituali che
con persone. La personificazione di forze e schemi creativi arrivò molto più tardi ed
è solo un’espressione minima dell’influenza più vasta. Così la trinità norrena è
composta di Vili, che è “volontà o desiderio cosciente”; Vé, che è il numinoso (il
contatto con ciò che è santo o sacro); e Odino, che è uno stato di estasi (come
implica il suo nome, “mente eccitata”). Questi sono aspetti di ogni entità così come
le celesti schiere.
Nel suo stato divino, Odino è il re di Asgard, una delle nove città celesti degli
dei, e quella in cui si trova il Valhalla. Il Valhalla è l’enorme e maestosa sala in cima
ad un monte dei guerrieri scelti che vengono portati là dalle valchirie. Queste belle
donne con l’elmo che cavalcano i cieli sono descritte nel testo islandese Edda
poetica: “queste donne sono chiamate valchirie e da Odino sono mandate in ogni
battaglia, dove scelgono quali uomini devono morire, e stabiliscono chi ha la
vittoria.” Secondo questi miti saranno Odino e questi guerrieri ad uscire dal cielo
nella battaglia finale alla fine della Terra. Questa battaglia è chiamata Ragnarök, che
significa “destino finale degli dei”. E siccome Gesù mise in evidenza che noi siamo
dei (Giovanni 10,34 e Salmo 82,6), è la nostra battaglia finale sull’illusione e sulla
morte, che ci fa tornare al nostro stato di essere immortale, celeste con il nostro
Creatore.
Dove Odino e Cayce convergono nuovamente è che Odino, un’essenza o stato
di coscienza celeste, si manifesta in una persona, persino lavorando come
bracciante agricolo durante l’estate. Qui è un vagabondo perché in realtà la sua
casa è in cielo – come lo è per tutti noi.
Anche Thor discende dall’essenza celeste nella personificazione.
Cayce ed Odino si incontrano di nuovo nella leggenda secondo cui il popolo
scandinavo è in realtà un antico gruppo di anime che, in origine, si sono incarnate
nelle regioni indo-asiatiche del Caucaso e dei Carpazi. Il prologo all’Edda poetica
narra una storia in cui Thor fu un principe di Troia e il figlio del re etiope e semidio
Memnone per mezzo di Troana, una figlia di Priamo. Si dice che Thor abbia sposato
la profetessa Sibilla (identificata con Sif, sua moglie nella mitologia norrena). In
questo racconto Thor fu cresciuto in Tracia, una regione nei balcanici, nel nordest
dell’Asia Minore, nella Turchia moderna, e nel paese di Troia. Inoltre il nome di
questa gente, Aesir, è spiegato come “uomini dall’Asia”, e Asgard è la “città
asiatica”, probabilmente Troia.
Dopo la caduta di Troia, Odino fece uscire il gruppo di anime dall’Asia
Minore, conducendoli attraverso Germania, Danimarca e Svezia in
Norvegia. E così inizia la leggenda dei vichinghi.
Anche l’anima di Edgar Cayce combatté e perse a Troia. Thor
Heyerdahl pubblicò una leggenda simile nel suo secondo libro, Jakten på
Odin (Alla ricerca di Odino). Heyerdahl osservò che i manufatti trovati
nelle steppe pontico-caspiche indicano che, una volta, una civiltà Aesir visse là.
La leggenda divide le ere di Odino e della sua gente in tempo antico, tempo di
migrazione e tempo dei vichinghi, o tempi delle spedizioni. Questi possono essere
correlati con i tempi antichi degli dei prima degli umani, poi l’era successiva fu
quella degli uomini-dei o semidei (p.e. Achille) e donne-dee o semi-dee (p.e. Elena di
Troia), vale a dire che furono a metà dio o dea e a metà uomo o donna. L’ultimo
periodo di questa era fu una grande migrazione dalle antiche terre alla Scandinavia
e poi l’era dei vichinghi. In realtà, nelle saghe islandesi, la parola “vichingo”
connota “spedizioni” e l’era vichinga fu l’era dei viaggi per mare verso est fino al
fiume Volga e verso l’ovest fino a Vinland, noto oggi come lo stato Usa del New
England. Le colonie norrene furono fondate in Islanda, Groenlandia, Terranova,
Nuova Scozia, New England, e pietre runiche vichinghe sono state trovate
addirittura nell’entroterra, in Oklahoma!
Dalla gente Thor fu considerato un dio e, in realtà, fra i popoli scandinavi era più
popolare di Odino. Nella leggenda Odino getta Thor fuori da Asgard su Midgard, che
è la Terra. Thor era il dio di tuono, fulmini, pioggia e buoni raccolti. Come dio del
tuono egli corrisponde al dio indiano Indra, al dio greco Zeus e al dio romano Giove.
Lotta contro le forze della natura, così contro troll, giganti e l’enorme serpente che
abbraccia la Terra. Questo serpente malvagio è il nemico acerrimo di Thor ed è
chiamato Jörmungandr. Il serpente, un figlio di Loki il dio imbroglione, fu gettato
fuori da Asgard da Odino e combatterà Thor fino alla morte nel Ragnarök,
l’Armageddon del popolo scandinavo.
In questo vediamo di nuovo la battaglia simbolica fra il bene e il male, dove, un
tempo, il male era in cielo, come Lucifero, ma cadde sulla Terra attraverso i suoi
misfatti ed egoismo. Queste caratteristiche sono parti di noi stessi, bene e male
lottano dentro di noi.
Quando il cristianesimo si diffuse e i cosiddetti dei e pratiche pagani furono
dichiarati illegali, Odino si fuse con la leggenda cristiana di San Nicola. I vichinghi
furono spesso costretti a convertirsi al cristianesimo scrivendo un componimento
poetico che criticasse i vecchi dei ed esaltando Cristo (Odino era il dio della
poesia). Ecco un esempio della poesia vichinga-islandese (Lausavìsur) durante i
tempi di conversione:
Per vincere tutta la razza umana
la grazia di Odino ha maturato delle poesie,
ricordo le opere squisite dei miei antenati, ma con dispiacere,
poiché il potere di Odino era molto gradito al poeta,
ora concepisco odio per
il primo marito di Frigg [Odino],
perché ora servo il Cristo.
Le vite passate dei Vichinghi
Cayce entra nelle storie degli Scandinavi per mezzo delle letture sulle vite
passate per persone incarnate nel presente che un tempo erano state Vichinghi.
Iniziamo con Amele Schwelenger che, quando fu fra i vichinghi, “l’entità
progredì, l’entità perse”, disse Cayce (1468-6). Cayce le aveva già fatto una lettura
sulle sue vite passate, ma in questa lettura spiegò che aveva celato questa
incarnazione perché “avrebbe potuto portare alla condanna del sé tanto da produrre
scoraggiamento invece che influenze utili per il presente.” Segue la sua storia e,
indubbiamente, finisce male.
La sua incarnazione vichinga cominciò bene come figlia di un’eccellente
tessitrice di cannucce per decorazioni interne e di un fucinatore di metalli, un
maniscalco. Ebbe due fratelli. Secondo Cayce questa famiglia di cinque persone
“accettò quei principi di Odino e portò nelle loro esperienze i tentativi di
materializzare le implicazioni mentali e spirituali e i principi di quell’insegnante
[Odino].” In questo ambiente ella “crebbe diventando un’attività salda e stabile per
mandare avanti quelle dottrine e quei principi che furono stabiliti dall’unione di
menti e scopi come indicata in un’esperienza materiale, sociale, domestico ed
economico di un popolo di quel tempo.” Dopo un buon inizio un uomo entra nella
sua vita e la rovina completamente, distruggendo se stesso ed Amele. Quest’uomo
si lega ad Amele e fa un figlio con lei, poi davanti a Dio e la comunità infrange un
principio di Odino: viene esiliato dalla comunità, portando Amele e il bambino con
sé nell’isolamento e nella disperazione. Dopo la nascita del suo secondo figlio,
Amele “distrusse se stessa nei fiordi”, disse Cayce.
Come conseguenza di questa vita passata, al presente ella combatte contro
attacchi di “malinconia, delusioni, scoraggiamenti”, e “la grande solitudine a volte,
che è diventata quasi come qualcosa che non si può sopportare.” Perfino risposò
quell’uomo che le aveva portato tanto dispiacere nella sua vita scandinava, ma alla
fine, in questa vita, si separarono. Tuttavia Cayce le disse che in questa vita attuale
suo fratello e la sua amica del cuore sono reincarnazioni dei compagni dei tempi
felici nella terra dei vichinghi con la sua famiglia d’infanzia. Il suo attuale quasi
secondo marito è un uomo che cercò di aiutarla in quei tempi infelici durante
l’esilio. Ma Cayce osservò che ella aveva frainteso le intenzioni di lui in quella vita
precedente e ora ha bisogno di capire che ha delle buone intenzioni. Cayce le dice
inoltre che questo brav’uomo era un compagno molto caro ed intimo nella sua
incarnazione greca e corinzia e ora, se glielo permette, può essere un’esperienza
utile per lei.
Nella sua lettura per Amele, Cayce disse che il popolo scandinavo “era attratto
dalle idee e dagli ideali ispirati dal grande Odino che portò un messaggio riguardo
ai rapporti degli individui con la Prima Causa, per mezzo delle influenze insolite
chiamate nel presente il soprannaturale.” I poteri magici e soprannaturali sono le
influenze del cielo sulla Terra.
Poi esiste una lettura sulle vite passate di un uomo che un tempo portava il
nome importante di Odino, e che era un capo fra i vichinghi (441-1). Fu alla testa di
una spedizione oltre il mare verso il Nuovo Mondo e lì fondò ed amministrò una
colonia nei boschi. Cayce disse che “fu fra gli uomini vigorosi del paese” e progredì
materialmente e nell’anima mentre dava molto alla gente prendendosi cura dei loro
bisogni, fisicamente e mentalmente. Inoltre perseverò in tutte le sfide per far fronte
alle necessità del giorno in quei tempi difficili. Per questo, nella sua incarnazione
attuale, il suo temperamento lo fa andare avanti con determinazione quando pensa
che sia la cosa giusta da fare.
Stranamente questo Odino ebbe un’incarnazione precedente a quella vichinga
durante le crociate e fu anche cavaliere e guerriero per una causa durante quella
vita. Tuttavia, quando incontrò i nemici e vide come il suo stesso popolo li trattava,
ebbe la sensazione che la sua gente avesse perso i propri ideali e cominciò dubitare
che fosse giusto uccidere per amor di Dio. In questa vita era di mentalità aperta:
ciascuno poteva venerare secondo la propria scelta piuttosto che secondo la
religione di stato.
Nelle letture di Cayce, un’altra vita passata per un vichingo di un tempo fu per
un’anima avventurosa che si incarnò fra i vichinghi semplicemente per l’avventura
di correre il mare e scoprire nuove terre e nuove vedute (2124-3). Di nome
Ericersonel egli fu vicecomandante su una nave vichinga e in un corpo di
spedizione che di fatto scoprì Vinland (noto oggi come New England). Secondo la
leggenda, Leif Ericsson, figlio di Eric il Rosso, comandò il vascello che fondò
Vinland e vi costruì una casa lunga con altre strutture. Qui si potrebbe essere
trattato del vascello su cui Ericersonel fu vicecomandante. Cayce fece una lettura
anche per un membro dell’equipaggio di quel vascello (984-1). Il suo nome fu Abe
Olenscen, e Cayce disse che, durante la sua vita vichinga, egli fu di statura
imponente (Gladys, la segretaria di Cayce, annotò durante questa lettura che anche
nella sua incarnazione attuale era un uomo grosso ed imponente). Secondo Cayce,
Abe fu il “timoniere e navigatore” su questa nave. La leggenda narra che sulla nave
di Leif ci furono 35 uomini grossi e vigorosi – dello stesso Leif si sapeva che fosse
stato un uomo altissimo e possente.
Stranamente, prima di salpare per il Nuovo Mondo, Leif tornò a casa in Norvegia
e fu ricevuto con gli onori da re Olav Tryggvasson, che si era fatto cristiano da
poco. Olav insegnò a Leif tutto su Gesù Cristo e sui suoi insegnamenti. Leif fu
quindi battezzato e confermato nella fede. Quando tornò in Groenlandia, sua madre
accettò quella nuova fede e si convertì al cristianesimo, ma suo padre Eric il Rosso
a malincuore tollerò la fede, eppure costruì un posto di
venerazione cristiana per la moglie. Quando Leif salpò per il
Nuovo Mondo, portò il cristianesimo con sé.
Cayce disse che Ericersonel fece molti viaggi avanti e
indietro da Vinland alla Groenlandia e all’Islanda. Benché
amasse fare quei viaggi, essi costarono caro al suo corpo. Alla
fine fu costretto a stabilirsi sulla terra e a finire in pace i suoi
giorni nella colonia di Vinland. Cayce sostiene che, in realtà,
questo tempo da sedentario lo aiutò a svegliarsi spiritualmente
perché lo metteva in contatto con il suo “sé innato” invece che con il suo sé
avventuroso. Cayce gli raccomandò in questa attuale incarnazione di studiare la
mitologia del popolo scandinavo, specialmente “quello di Odino e Ymir”.
La storia dei vichinghi della creazione
Ricordo vecchi racconti
di uomini di molto tempo fa.
Ricordo anche
i giganti delle leggende N
Lontana è l’era
in cui visse Ymir;
non c’erano né mare
né fredde onde né sabbia;
la Terra non c’era ancora
né il cielo in alto,
soltanto un vuoto spalancato
e l’erba da nessuna parte.
Secondo le opere poetiche dell’Islanda, in principio non ci fu alcunché eccetto
ghiaccio e fuoco. Fra questi ci fu un abisso spalancato. Poi alcuni pezzi di ghiaccio,
sciolti da qualche scintilla di fuoco, crearono l’umidità, la sostanza liquida della vita.
Ymir fu il primo ad essere concepito quando si unirono gocce di umidità e
formarono un gigante fatto di brina di condensazione, e scintille dal fuoco lo
vivificarono. Ymir diventò il primo dei giganti del gelo. Fu allattato da una
gigantesca mucca da latte che, come Ymir, fu creata dal ghiaccio che si scioglieva.
La mucca gigante stessa si nutrì di un blocco di ghiaccio salato, e con le sue
leccate lo scolpì dandogli la forma di un uomo che diventò Buri, il progenitore degli
dei. Buri procreò Borr, e Borr procreò tre figli, gli dei Vili, Vé ed Odino. Questi fratelli
uccisero il gigante di ghiaccio Ymir e scatenarono una grande inondazione. Odino e
i suoi fratelli (fuoco) usarono il corpo di Ymir (umidità) per creare l’universo.
I tre dei crearono anche i primi esseri umani. Odino infuse la vita in loro; Villi
concesso loro l’intelligenza e Vé diede loro la vista e l’udito. Dimorarono nel regno
di Midgard (Terra) dove la razza umana poteva vivere al sicuro dai giganti del gelo e
dai loro discendenti.
Acqua (sotto forma di ghiaccio) e fuoco sono metafore classiche per la vita e lo
spirito. Il battista purificò con l’acqua della nuova vita (Matteo 3,11) e Gesù illumina
con il fuoco dello Spirito Santo, portando tutte le cose alla nostra memoria
(Giovanni 14-17).
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