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sabato 27 aprile 2024

Comprendere l’Apocalisse di San Giovanni

Una cartina per spiritualizzare il corpo e la mente
Edgar Cayce interpretò il libro biblico dell’Apocalisse in modo simbolico. Infatti, le
visioni di Cayce durante la sua unione con la Coscienza Universale insegnano che tutta la
Bibbia, anche se storica, è soprattutto una guida simbolica su due livelli: uno personale
per ognuno di noi come anime individuali e, su un altro livello, per tutte le anime come
gruppo di anime incarnate in questo mondo. Secondo Cayce la Bibbia racconta del viaggio
delle nostre anime (individualmente e come gruppo) dalla nostra creazione nell’immagine
di Dio allo scopo di essere compagni eterni per Dio, attraverso la caduta dalla grazia e la
perdita del Giardino, verso l’alto attraverso le lotte per riacquistare quella gloria che era
nostra “prima che il mondo fosse.” (Giovanni 17,5 e Cayce 1158-9) La storia nel libro
dell’Apocalisse, secondo Cayce, è una parte molto speciale di tutta la storia biblica e
dovrebbe essere studiata come una cartina segreta per la spiritualizzazione finale dei
nostri corpi e delle nostre menti. I simboli e le scene in questo libro misterioso
rappresentano esperienze e stadi attraverso i quali ognuno di noi passa nella nostra lotta
per risvegliarci spiritualmente e riacquistare il nostro legame stretto con il nostro Creatore
e il Giardino che una volta abbiamo condiviso.
Cayce disse che alcuni dei simboli e luoghi nell’Apocalisse effettivamente
rappresentano ghiandole nel nostro corpo e schemi di pensieri nella nostra mente
(1173-8) Egli spiegò che “le visioni, le esperienze, i nomi, le chiese, i luoghi, i draghi, le
città, tutti non sono altro che emblemi di quelle forze che possono guerreggiare nell’intimo
dell’individuo nel suo viaggio attraverso la materia - dall’ingresso nella manifestazione
materiale [cioè, il corpo fisico e il mondo materiale] all’ingresso nella gloria, o il risveglio
nello spirito...” (281-16)
Questo è un approccio unico all’Apocalisse. La maggior parte degli interpreti crede
che sia una storia sulle forze nel mondo esterno. Cayce riconobbe che effettivamente
aveva quel contenuto, ma il suo scopo e il suo messaggio più grandi è per ogni anima
individuale come una cartina del sentiero spirituale sul quale viaggiamo all’interno del
nostro corpo e della mente per raggiungere lo scopo ultimo per la nostra creazione:
Unione e compagnia con il nostro Creatore e l’uno con l’altro. Per Cayce, le attività e le
direttive esteriori nelle Scritture sono importanti, ma il lavoro interiore è la chiave per
realizzare la promessa nell’Apocalisse. Come disse: i simboli “rappresentano il sé: il
corpo-fisico del sé, il corpo-mentale del sé, il corpo-spirituale del sé... ed essi sono uno in
te - proprio come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno in Lui.” (281-16)
Perché, allora, l’Apocalisse fu scritta in un modo così enigmatico? Secondo Cayce,
per conservare i segreti spirituali per “quelli che sono stati, o saranno, o possono
diventare,” (281-16) mediante la loro ricerca spirituale, iniziati in una comprensione delle
“glorie che possono appartenere loro se solo vorranno mettere in opera, in attività” la
guida trovata nel testo. Come lo Spirito arriva presso ogni chiesa e parla alla sua
congregazione, così Cayce incoraggiò ognuno di noi a chiederci: “Che cosa manca nel
sé? Sei freddo? Sei caldo? Hai trascurato la conoscenza che è tua? Sei arrogante? Sei
adultero nei pensieri, nelle azioni, nelle glorie stesse che sono tue?” (281-16)
In ogni verso dell’Apocalisse, in ogni attività, ogni simbolo, troviamo che bene e
male si elevano nella lotta. Questa lotta, secondo Cayce, è dentro di noi ed esiste perché
siamo stati creati per essere eredi, eredi congiunti con il Cristo, come figli e figlie di Dio,
per quella gloria perenne che può essere nostra con Lui in Dio. Tuttavia le forze materiali,
fisiche e interessi autocompiacenti si impadroniscono fortemente di noi, e noi
dimentichiamo il nostro destino spirituale e ci perdiamo nella fisicità e nel sé.
Ciononostante Cayce non vedeva il fisico o il male come un ostacolo alla
spiritualizzazione, ma piuttosto come mezzo, come trampolino di lancio verso la
spiritualizzazione per aiutarci nella nostra lotta spirituale se impariamo ad usarlo
correttamente, come rivela l’Apocalisse.
Ecco qualche esempio dell’interpretazione di Cayce di simboli, scene e personaggi
trovati nell’Apocalisse:
Le Sette Chiese: queste rappresentano sette centri spirituali
nel nostro corpo. Nell’induismo e nel buddismo classici questi centri
vengono chiamati chakras, il che significa “ruote”, ruote rotanti di
energia collocate in aree specifiche del corpo umano. Essi vengono
anche chiamati padmes, che significa “fiori di loto”, che si sviluppano
via via che la nostra illuminazione mentale aumenta. Cayce mette in
correlazione questi sette centri speciali con le ghiandole endocrine
nel nostro corpo le quali secernano i potenti messaggi ormonali
direttamente nel flusso sanguigno, influenzando ogni parte del corpo. (281-29)
Ognuna di queste sette chiese rappresenta un centro spirituale specifico. La virtù e
l’errore di ogni chiesa simboleggia la virtù e l’errore di quel centro specifico. E dato che
questo centri potenti influenzano l’anima e la mente che abitano nel corpo, lo Spirito si
muove attraverso ogni chiesa, invitandola a superare le sue debolezze e a fare ciò che sa
fare, in modo che la gloria finale possa essere compiuta, aiutandoci a spiritualizzare la
mente e il cuore, come descritto nei capitoli successivi dell’Apocalisse.
Secondo le letture di Cayce su questo libro misterioso, i primi dieci capitoli
affrontano la spiritualizzazione del corpo, i capitoli 11 a 20 affrontano la spiritualizzazione
della mente, e i due capitoli finali parlano del risultato meraviglioso che ci attende.
Ecco alcune intuizioni chiave di Cayce sul simbolismo:
Le Sette Lampade di Fuoco: queste rappresentano le influenze utili che
distruggono gli impedimenti al risveglio spirituale. Esse sono messaggeri, aiuti interiori
che stanno fra le forze del bene e del male dentro di noi e diventano come “forze da
superare dentro la natura dell’uomo.” (281-29) Questa idea può essere un’estensione
dell’insegnamento che gli angeli vegliano su di noi. Si può trovare un esempio di questo in
salmo 91,11: “Perché Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.” Può
anche essere la forza della nostra coscienza interiore a guidarci lungo la via. Ma per
Cayce, possono anche essere i nostri pensieri mentali e
la chimica del corpo: quali pensieri e ormoni rilasciamo più
spesso? Quelli che infiammano le forze carnali, le forze
spaventose o violente del corpo o quelle che ravvivano le forze
creative, vivificanti ed edificanti, che rendono il corpo un tempio
per l’anima?
Le Quattro Bestie: queste sono le quattro nature
(desideri) fisiche fondamentali dell’uomo che devono essere
superate. Esse sono anche le quattro influenze distruttive che
“producono il desiderio più grande delle forze carnali”. (281-29) La descrizione
dell’Apocalisse di ciascuna aumenta la nostra comprensione di queste forze e sul come
possiamo soggiogare le loro qualità negative. Esse rappresentano anche impulsi e forze
nelle quattro ghiandole inferiori, più terrene nel nostro corpo. Cayce mette le quattro
ghiandole inferiori sullo stesso piano con le forze terrene, e le tre ghiandole superiori con
le forze celesti.
Il Dragone Rosso: questo personaggio nell’Apocalisse simboleggia quella spinta
possente dentro di noi che in origine ci ha separato dalla nostra Fonte di Vita, dal nostro
Creatore e la sua compagnia amorevole. Ancora oggi, ad un livello inconscio, abituale,
lottiamo con quelle stesse influenze che porterebbero al nostro risveglio spirituale. Il
Dragone Rosso è il serpente dal Giardino nella Genesi (Apo. 12,9) il quale all’inizio aiutò
nella separazione della nostra anima dalla presenza di Dio e dal Giardino - simbolico di
un’ostinazione da serpente e di un ragionamento dentro di noi quando eravamo degli
adolescenti celesti con le chiavi alla nostra macchina del libero arbitrio. Ora questa
influenza è diventata forte e potente nella forma di un drago rosso, pronto a divorare ogni
intenzione nuova, centrata sul Cielo che portiamo avanti nel cuore e nella mente. (281-16)
Il Segno della Bestia: questo strano segno, il numero 666, rappresenta promesse
e impegni che abbiamo preso nei confronti della nostra vita materiale o, come l’Apocalisse
lo esprime, nei confronti dell’opera della Bestia. Questa intuizione da parte di Cayce mi
ricorda l’adesivo sulle macchine: “Possiedo, possiedo, quindi me ne vado al lavoro, al
lavoro.” In molti modi abbiamo preso degli impegni con le vie del mondo materiale e con le
opinioni materiali sulla vita, trovando difficile staccarci da una vita condotta materialmente.
Le visioni di Cayce ci richiedono di cercare un passaggio equilibrato, graduale
verso una nuova vita che comprenda e permetta tempo, pensiero e attività di natura
spiritualizzante.
Inoltre Cayce inoltre il segno della Bestia come egoismo e giudizio negativo e
condanna di altri. La Bestia è il sé, l’egoismo e gli interessi egocentrici senza alcun
riguardo per gli altri o per i desideri di Dio. Essa non ha pazienza, comprensione o
perdono nei confronti degli altri. Rappresenta l’opera del solo sé, senza l’influenza di Dio. Il
segno viene cancellato quando il lavoro delle nostre mani e i pensieri della nostra mente
cooperano con Dio, piuttosto che farsi guidare dal sé.
Un Nuovo Cielo e una Nuova Terra: questi rappresentano una nuova mente
(cielo) e un nuovo corpo (terra). In tutto il Vecchio Testamento avete forse notato che il
Signore fa dei riferimenti al fatto che ci dà cuori nuovi o che “circoncide” il nostro cuore.
(dt.10,16; 30,6; Ez.18,31; 36,26; Ger. 4,4) Ora, nell’ultimo libro della Bibbia, abbiamo
ricevuto il nostri nuovi cuori. Questi rappresentano anche una nuova vibrazione nei
sette centri spirituali. Le “ruote” stanno ruotando e i “fiori di loto” si stanno aprendo con
un nuovo scopo, una nuova forza vitale che sta spiritualizzando il nostro corpo e la
nostra mente. Queste nuove vibrazioni nel nostro corpo aiutano il cuore e la mente a
mantenere una coscienza più elevata.
L’Acqua della Vita: questa è l’influenza trasformante, ringiovanente dello Spirito di
Dio che fluisce attraverso i nostri scopi i quali sono stati resi puri nel “sangue
dell’Agnello di Dio.” (281-37) L’ingerire di questa acqua ci purifica, rendendoci nuovi e
rinati. Ma, ancora una volta, non parliamo di vera acqua, bensì dell’essenza di acqua
dentro di noi, come Gesù intese quando disse: “Chi crede in me, come dice la Scrittura,
fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno.” Il riferimento di Gesù alle Scritture si trova
in Isaia 58,11: “E il Signore ti guiderà sempre, e sazierà la tua anima in terreni aridi, e
rinvigorirà le tue ossa; e sarai come un giardino irrigato, e come
una sorgente le cui acque non inaridiscono.”
L’Albero della Vita: questo rappresenta “la solidità
dello scopo dell’individuo nella sua sicurezza nel Cristo.” (281-
37) Le foglie dell’albero rappresentano le nostre attività che
sono come guarigioni per altri e per noi stessi nella vita materiale. I frutti di questo albero
speciale sono i “frutti dello spirito”. Le letture di Cayce li elencano in molti discorsi come
amore, gentilezza, pazienza, gioia, comprensione, dolcezza, sopportazione, perdono ecc.
La capacità dell’albero di portare frutti ogni mese indica la continuità dell’influenza di
questa solidità e di queste attività che producono i frutti spirituali nella nostra vita, nella
nostra mente e nei cuori, e anche nel nostro corpo.
Le interpretazioni di Cayce chiamano ognuno di noi a partecipare alla grande lotta
di rinascere nello Spirito e di spiritualizzare la nostra vita, il corpo e la mente.
Nel capitolo 1, verso 10 dell’Apocalisse, il discepolo Giovanni ci dice che era “nello
spirito del Signore.” Cayce dice che era in profonda meditazione. (281-16) In questo stato
profondo egli venne colto dallo Spirito di Dio e “rapito” (apo. 1,12) dal mondo esterno.
Cominciò a vedere il mondo interiore, celeste e si sentì dire di scrivere ciò che vedeva e
udiva. Cayce dice che ciò che Giovanni percepì era per il suo stesso sviluppo spirituale
nonché per altre anime che, per mezzo del loro stesso sviluppo, erano in grado di intuire il
vero significato di questa storia e il suo strano linguaggio figurato, e usarlo perché
giovasse al loro viaggio. Di nuovo, il viaggio di cui parliamo è il viaggio da un essere
predominantemente fisico, materiale (la Scrittura lo chiama “un figlio, una figlia dell’uomo”)
ad un essere predominantemente spirituale, celestiale (la Scrittura chiama questo “un
figlio, una figlia di Dio) che soggiorna temporaneamente nel mondo fisico.
Il processo che Giovanni subì per avere la sua esperienza rivelatrice, insieme al
contenuto dell’esperienza, rivela un approccio spirituale, mistico alla vita. L’approccio
mistico è basato sulla credenza che ognuno di noi possa avere una percezione immediata,
intuitiva delle verità spirituali che trascendono la comprensione intellettuale comune per
mezzo di un’esperienza di un’unione diretta, intima della nostra anima con Dio, attraverso
il potere e la grazia dell’intercessione per nostro conto di Gesù Cristo, la quale deriva dal
suo sacrificio e dalla sua resurrezione. Grazie al sacrificio e all’unione continua di Cristo
con il Creatore, il velo nel tempio della coscienza è stato squarciato. E’ stata ora aperta
una via per sperimentare direttamente lo Spirito di Dio e la verità, non per una o due
persone scelte, bensì per tutti quelli che stanno cercando. Non fraintendete questo; le
visioni di Cayce ci inducono a cercare Dio, a pregare Dio, ma per capire che Cristo ha
aperto la via e costruito un “ponte” dalla nostra coscienza umana (com’è rappresentata
nell’uomo Gesù) a quella coscienza celestiale (com’è rappresentata nello spirito di Cristo,
lo Spirito Santo).
Personal Spirituality, ottobre 2006
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