Prima della Terra - la storia mistica
I mistici classici credevano che la materia e la fisicità
fossero una degenerazione dello spirito e che lo spirito fosse
l’esistenza ideale. Cayce insegnò: “Lo spirito è la condizione
naturale, quella normale
di un’entità. (816-10)”
Per i mistici la meta
ultima di tutta la vita è
superare la grossolanità
della materia e tornare
all’unione con lo Spirito
Madre-Padre. Secondo i
loro insegnamenti a una
tale vittoria sulla materia
e a un ritorno al Creatore avrebbe contribuito la comparsa del
Salvatore mandato da Dio. Dai tempi antichissimi i mistici, in
particolare gli gnostici, sostenevano che il “buon Dio”
avrebbe mandato un Salvatore che avrebbe portato l’ordine
nel caos e aperto la strada alla salvezza. Le credenze
messianiche ebraiche concordano con quelle gnostiche. Non
risulta dalla letteratura ancora esistente perché i mistici non
ebraici e gli esseni ebraici abbiano accettato
inequivocabilmente il fatto che Gesù era in verità il loro
Salvatore tanto atteso – persino i re magi dell’oriente
sapevano della leggenda e consideravano Gesù la leggenda
diventata realtà perfetta.
Rivediamo alcuni dei concetti mistici, specialmente quelli
degli gnostici. La maggior parte dei mistici credeva che
l’esistenza fisica sia essenzialmente una malattia, derivante
da “un difetto” nel creato. Pertanto è il dovere di ogni anima
superare questo difetto e tornare al Genitore-Spirito. Le
letture di Cayce non sono del tutto d’accordo con questo,
indicando che la carne dell’uomo divenne santificata,
rendendo il corpo il tempio di Dio. Perfino gli antichi Yoga
Sutra di Patanjali insegnano che il corpo umano è stato creato
per l’elevazione mistica della coscienza e della vibrazione.
Indaghiamo sulla creazione. Vedrete quanto è complessa
la cosmologia del misticismo. Secondo me la cosa migliore è
pensare ai molti nomi che leggerete come fasi della creazione,
come la sorprendente divisione cellulare nella creazione di un
essere umano fisico: zigote, blastocisti, embrione, feto e
bambino pronto per nascere. Ora prendete nota.
Dapprima ci fu l’Abisso. Questo
è l’eternità, il classico “vuoto
sconfinato”. Dall’Abisso vennero gli
elementi che compongono
l’universo prima della fisicità: essi
sono Essenza (Spirito) e Pensiero.
Tra questi elementi non fisici c’era
il Dio
non-essente, una coscienza
infinita, onnicomprensiva che
teneva tutto insieme. Questo
potrebbe essere paragonato
alla “Coscienza Universale” di
Cayce. Poi c’era il Creatore che
era chiamato Primo Padre. La coscienza individualizzata fu
fatta nascere dal Primo Padre nella natura di una Monade
centrale o Logos, o del “Verbo” come scrisse il discepolo
Giovanni: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio,
e il Verbo era Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di
lui.” Inizialmente il Primo Padre emanò un gran numero di
forze spirituali pure, molto simili alle dieci sefirot della Cabala
nell’Albero della Vita. Furono chiamate con nomi diversi a
seconda del gruppo mistico che stava insegnando; per
esempio aioni, sizigie, figliolanze, re di luce e stelle del
mattino. Qui le chiameremo Emanazioni di luce.
Le Emanazioni di luce svolgevano dei ruoli specifici
durante la creazione. Un principale gruppo insegnò che le
Emanazioni di luce erano concepite a coppie: dapprima
vennero Profondità e Silenzio, che produssero Mente e Verità;
esse produssero Ragione e Coscienza (la legge e l’ordine
cosmici del buddismo) e infine Uomo e Condizione
(circostanze). Le Emanazioni di luce
non erano fisiche; erano ammassi di
coscienza ed energia. Un
insegnamento le definì “formepensiero ipostatiche delle dimensioni
soprasensibili”. “Ipostatiche”
significa che erano sia aspetti di Dio
sia forze specializzate. Formavano
ciò che i mistici chiamavano la Pienezza dell’Essere. In questa
ottica il Logos era il prototipo dell’essere. Il Padre non
conosciuto era l’essenza non-essente, infinita che ha
concepito “l’essere”.
La storia narra che il difetto nella creazione c’era solo
nell’ultima delle Emanazioni di luce accoppiate: Uomo e
Condizione. In alcuni insegnamenti il difetto derivò da una
passione o un desiderio, come insegnò il Buddha. Altri
insegnarono che il difetto era un peccato, simboleggiato
dall’aver mangiato il frutto proibito dell’Albero della
Conoscenza del Bene e del Male nel Giardino dell’Eden. Alcuni
gruppi mistici hanno una storia simile alla leggenda di
Lucifero in cui la Luce più bella tra le emanazioni era quella
che perse la grazia di Dio – proprio come Lucifero era l’angelo
più bello in cielo, che perse la grazia originale di Dio. Questo
combacia anche con la leggenda azteca secondo la quale il
primo volontario a salvare il mondo perduto fu il più bello tra
i Figli di Dio. Quando questo Figlio bello si avvicinò al Fuoco
Sacro del Sacrificio, non riuscì a sopportare il calore
dell’altruismo. Il figlio meno avvenente, più umile e altruista
di Dio prese poi il posto di quello bello, entrò nel Fuoco Sacro
e divenne la Grande Luce.
Nella nostra vita di oggi il difetto si manifesta quando si
parla e si pensa a se stessi in modo eccessivo a causa di un
senso inopportuno di presunzione, senza alcuna
considerazione di altri e dell’intera Creazione. Questo è il
difetto che fu visto per primo in Lucifero: troppo
egocentrismo. Gli gnostici insegnarono la necessità di
rimediare per cancellare il difetto diventando un canale
collaborativo di amore e luce con il Genitore-Spirito e con gli
altri. Questo ci riporta quindi alla Pienezza dell’Essere, la
coscienza e vibrazione ideali. Cayce insegnava che si poteva
rimediare al difetto mettendo in pratica i “frutti dello spirito”
nei nostri rapporti: amore, perdono, compassione,
mansuetudine, umiltà e simili (2800-2). Questi frutti
contengono i semi della guarigione che portano alla Pienezza
dell’Essere.
C