I Principi Olistici di Edgar Cayce
I Principi Olistici di Edgar Cayce
Nel corso della sua vita Edgar Cayce (1877-1945), il ‘padre della medicina olistica’ e
sensitivo americano più documentato di tutti i tempi, lasciò in eredità un’enorme quantità di
informazioni riguardo al corpo umano, le sue malattie e i mezzi con cui riacquistare la
salute. Due terzi dell’opera della sua vita, oltre 9000 ‘letture’, sono stati destinati ad
individui malati.
Le premesse di tutte le informazioni sulla salute che Edgar Cayce ci passa si basano su
alcuni principi fondamentali su salute e guarigione, qualunque sia la malattia o il
disturbo. Nella cartella d’archivio intitolata “Principi di guarigione” sono esposte, in modo
essenziale, le idee trovate nella cartella. La prima idea fondamentale sulla guarigione
vuole che noi manteniamo un equilibrio creativo tra due principi:
1. La guarigione viene dall'infinito – cioè, dalla sintonia e armonia con la nostra fonte
spirituale. L'infinito è altrettanto accessibile e a disposizione nel mondo fisico, visibile,
come lo è nell'ambito dell’invisibile.
2. Allo stesso tempo, ognuno di noi deve prendersi la responsabilità per il proprio
processo di guarigione. Nessuno può permettersi di restare semplicemente ad aspettare
in modo passivo che essa arrivi.
Questo secondo principio – l'esigenza di prendersi le proprie responsabilità – può
assumere varie forme. Per esempio, la guarigione richiede sintonia, e nessuno conosce
meglio di noi stessi cosa ci ha condotto fuori sintonia in passato. Spesso, se guardiamo
attentamente le nostre vite, possiamo notare qual é la causa della nostra malattia.
Per fare un altro esempio del prendersi la propria
responsabilità, sappiamo che il corpo umano possiede un
meraviglioso slancio innato a guarirsi, ma noi dobbiamo fare la nostra
parte. Un osso rotto cercherà naturalmente di aggiustarsi; tuttavia, la
frattura ha bisogno di essere sistemata nel modo dovuto per far si che la
guarigione sia completa ed effettiva.
Un altro importante principio fa riferimento alla medicina dell'energia, un nuovo campo
del quale Edgar Cayce fu un pioniere. Le sue letture parlano insistentemente del ruolo
giocato dalle vibrazioni o forze vibratorie – fino al livello dei singoli atomi. Secondo
Cayce, c’è un tipo di consapevolezza che è presente in ogni atomo. Sebbene la maggior
parte dei passaggi sulla fisica della guarigione sembrino piuttosto esoterici, potrebbe
essere per noi più semplice seguire l’analogia con l'accordatura di uno strumento
musicale. Un violino o un pianoforte non accordato fa una musica aspra e discordante –
che é simbolo di malattia e disagio. Proprio come un abile musicista può riaccordare lo
strumento, noi sperimentiamo la guarigione quando le nostre vibrazioni – fino al livello
atomico – sono armonizzate correttamente. In essenza, la guarigione é un
cambiamento di vibrazione che avviene dall'interno.
L'equilibrio tra il corpo, la mente, e lo spirito è un'altra chiave per entrare nella
filosofia della guarigione di Edgar Cayce. Per far si che essa sia completa e
duratura, dobbiamo riconoscere e soddisfare i bisogni di ognuno di questi tre livelli.
Nessuna malattia o disturbo può essere curato efficacemente da uno soltanto di
essi.
Inoltre, Edgar Cayce afferma che il corpo umano resterà naturalmente in salute – e
addirittura ringiovanirà – se una sorta di equilibrio interiore può essere mantenuto. Il
“disagio” comincia quando una parte del corpo assorbe energia da un’altra parte. Una
porzione di un organismo si può sovraccaricare di forza vitale creativa, mentre un altra
porzione rimane denutrita. Il risultato è il graduale disgregarsi del corpo e l'inizio della
malattia. L'opposto di questo processo di disgregazione è il ringiovanimento. Le letture
affermano che noi stiamo continuamente ricostruendo i nostri corpi. Ogni sette anni tutte
le cellule vengono rimpiazzate. Se noi lo permettiamo, i nostri corpi trasformeranno ogni
problema e rianimeranno qualsiasi condizione. Ma le nostre abitudini acquisite di solito
bloccano questo potenziale di guarigione – le abitudini nell’agire e, in modo ancora più
marcato, quelle mentali.
Che ruolo hanno i farmaci e la medicina nel processo di guarigione? La filosofia di Edgar
Cayce scorge chiaramente un posto per loro, ma ci invita a stare molto attenti a non
fraintendere il modo in cui funzionano e a non aspettarsi da loro più di quanto sia
ragionevole. Ogni metodo di cura cerca di creare un’esperienza di unità, nella speranza
di stimolare di conseguenza un analoga risposta nel corpo. Per certe persone in certe
situazioni, un farmaco può essere il modo migliore di ottenere tale risultato – proprio come,
in altri casi, la chirurgia potrebbe essere il modo migliore per stimolare la guarigione. Le
medicine possono essere un applicazione pratica dell’unica forza vitale.
Occasionalmente devono essere molto potenti nelle loro reazioni per permettere al
paziente di superare una fase di acuto malessere. Ma Edgar Cayce
ripetutamente incoraggiò a considerare le formule erboristiche che lui
raccomandava come tonici e stimolanti, piuttosto che le medicine.
Il lato pericoloso delle medicine è il loro potenziale di far diminuire il lavoro di
guarigione proprio del corpo. A questo Edgar Cayce alludeva quando metteva in
guardia contro i “palliativi” che ingannano l’anima con mezze verità e sollievo
momentaneo. É anche ciò che voleva dire quando avvertiva che non ci dovremmo affidare
a nessuna circostanza al di fuori di noi stessi che possa essere assimilata dal corpo
dall'esterno. Questo per dire che si possono prendere le medicine che il medico di fiducia
ci prescrive. Ma teniamo bene a mente che ciò che queste sostanze chimiche possono
fare é di offrire temporaneamente – ed in qualche modo artificialmente al nostro corpo un
esperienza di maggiore unità. La guarigione che fa veramente presa e dura nel tempo
deve arrivare dal cambiamento della propria consapevolezza e vibrazione interiore.
Ciò avviene più efficacemente per mezzo di un consistente e persistente sforzo
umano (cioè impegnando i propri desideri, scopi e volontà) – cose che le pillole ci
consentono troppo facilmente di eludere.
La filosofia della guarigione di Edgar Cayce comprende altre intuizioni che possono
aiutarci ad evitare incomprensioni. Per esempio, un principio afferma che le migliori
procedure di cura qualche volta provocano un temporaneo peggioramento delle
condizioni. Se non riconoscessimo questa possibilità, potremmo lasciar perdere appena
prima che i benefici comincino a presentarsi. Un principio strettamente correlato afferma
che quando un corpo ristabilisce la sua sintonia, tende ad essere più sensibile. Ancora, se
noi fraintendiamo questa accresciuta sensibilità, potremmo non accorgerci dei benefici che
lentamente vengono procurati.
La mente è un punto focale di altri processi di guarigione. La mente inconscia gioca un
ruolo in molte malattie e disturbi. Un esempio è il fattore karmico nei problemi di salute.
Ricordi di incarnazioni precedenti, conservati nella mente dell'anima, possono scatenare
problemi corporei. Di certo, non dovremmo spingerci fino a supporre che qualsiasi
problema di salute ha radici nelle vite precedenti; nondimeno, la prospettiva della
reincarnazione può aiutarci a comprendere ciò con cui possibilmente stiamo interagendo
mentre cerchiamo la guarigione.
Il familiare assioma di Edgar Cayce: “E’ la mente che costruisce”, ci porta a chiederci
con precisione quali atteggiamenti ed emozioni meglio favoriscono la guarigione. Le letture
ne mettono in evidenza alcuni:
• L’accettazione di se stessi. Nel momento in cui ci sbarazziamo
dell’autocondanna, facciamo spazio alle forze della guarigione perché entrino.
• Ottimismo e speranza. Siamo incoraggiati ad aspettarci la guarigione.
• Pazienza. É molto più veloce distruggere la salute che ricostruirla. Dobbiamo
avere la volontà di investire pazientemente il tempo richiesto.
Insieme a questi atteggiamenti ed emozioni specifiche, siamo invitati ad usare il
potenziale creativo della visualizzazione per stimolare la nostra stessa
guarigione. La capacità di produrre immagini della mente può venir indirizzata in modo tale
che noi possiamo “vedere” la trasformazione della guarigione in svolgimento. Questo non
si può raggiungere in una sola sessione di visualizzazione.
Come tutti gli approcci salutisti di Edgar Cayce, richiede perseveranza e funziona meglio
insieme ad altri metodi di cura.
Forse il principio più importante della relazione della mente con la guarigione riguarda la
finalità. Una persona può temporaneamente sperimentare una guarigione esteriore –
cioè soltanto nel corpo fisico – tuttavia essere ancora spiritualmente malata. Cos’è
che cura l’anima? Un impegno per una vita finalizzata. Non uno scopo qualunque, ma
piuttosto qualcosa che rifletta l’interesse per il prossimo. Occasionalmente una lettura di
Edgar Cayce avrebbe fatto questa domanda alla persona che stava male: Che faresti della
tua vita se tu fossi guarito? L’opinione della fonte medianica di Edgar Cayce era semplice:
Perché correggere la condizione fisica a meno che non abbia luogo anche una correzione
interiore? Le persone che cercano la guarigione sia interiore che esteriore sono i migliori
candidati per ritrovare la loro salute e vitalità. Nella filosofia di Edgar Cayce, la guarigione
dovrebbe renderci idonei ad essere più utili per il prossimo.
Con in mente questo ideale di servizio, potremmo anche chiederci come
fare ad essere canali di guarigione per il prossimo. Che principi governano
i nostri sforzi di portare guarigione a coloro per i quali proviamo interesse? Un
principio si basa sulle connessioni spirituali che esistono tra tutte le
persone. Afferma che nel momento in cui portiamo l’esperienza di unità nella
propria consapevolezza, questo può aiutare profondamente qualcun altro a
sperimentare l’unità, la sintonia e la guarigione. Il modo di esprimersi di Edgar
Cayce era: ¨...innalzare la Coscienza di Cristo in te stesso ad un tale livello che essa
possa fluire al di fuori verso chi tu la indirizzeresti”. (2817)
Perché ciò sia più efficace, chi riceve deve desiderare tale aiuto ed aver richiesto
preghiere per la guarigione. Certamente, possiamo sempre pregare per qualcuno, anche
se quell’individuo non l’ha chiesto. Ma è importante che noi non presumiamo di sapere
cos’è che ci vuole nella vita di ogni persona. Per qualcuno che non ha chiesto
specificamente la nostra preghiera, noi possiamo offrire semplicemente preghiere di
protezione e benedizione, invece di cercare di orientare energie di guarigione verso
quella persona o per una condizione specifica.
In sintesi, le letture di Edgar Cayce ci rammentano che il nostro stato naturale è l'integrità
e la salute. Una saggezza innata dentro noi stessi sa ciò che serve per la guarigione. Ci
dovremmo aspettare di star bene, e voler fare la nostra parte per renderlo possibile.
(a cura di A.R.E. Italia)