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venerdì 26 aprile 2024

La borsa degli dei

Diverse antiche sculture raffiguranti gli antichi dei, provenienti da diverse civiltà mostrano la presenza di borse misteriose. E, come si può vedere nell’illustrazione 1, dall’antica Sumer, il dio del cielo Anu ne sta portando una. Sumer è tra le prime civiltà conosciute e si trovava nella parte più a sud della Mesopotamia fra i fiumi Tigri ed Eufrate, lo stesso luogo del giardino biblico dell’Eden (ora Iraq
Illustrazione 1 meridionale)


Poi attraversiamo l’oceano verso le terre degli antichi mesoamericani e di nuovo troviamo un dio cavalcando un serpente piumato e tenendo in mano una borsa (illustrazione 2). Come sappiamo, il serpente piumato è Quetzalcoatl (azteco), Kukulkan (maya yucateco) o Gucumatz (maya k’iché), un antico dio che aiutò a creare
L’umanità (come è stato rivelato nel Popol Vuh dei maya). Illustrazione 2

Illustrazione 3

Nell’illustrazione 3 vediamo tre di queste borse su una pietra sul sito più antico mai scoperto – Gobekli Tepe – situato nella Turchia meridionale e risalente al 11.000 a.C. circa.
Illustrazione 5


Le illustrazioni 5 e 6 mostrano delle borse di dei in collezioni museali in vari modelli.
Illustrazione 6
La domanda è: “Che cosa si trova nelle borse degli dei?” Curiosamente, forse troviamo la risposta guardando ciò che c’è nell’altra mano di alcuni di questi dei che portano una borsa. Andiamo a vedere che cosa il dio del cielo Anu ha alzato nell’altra mano (illustrazione 1). Sì, è una pigna!

Troviamo lo stesso oggetto nell’illustrazione 4, nella quale un antico “dio aquila” sta tenendo anch’egli in mano una pigna.

Illustrazione 4
Forse pensiamo che una semplice pigna non ci dica nulla, ma la pigna ha una lunga storia di significato simbolico e possiede un ruolo chiave nell’evoluzione della materia. Il pino è tra i più antichi gruppi di piante sulla Terra. Esisteva molto tempo prima delle specie fiorite. In realtà è l’antenato evolutivo di tutti i fiori. La natura ha
inoltre incorporato la geometria sacra in questa semplice
pigna. Nell’illustrazione 7 vediamo come le spine della pigna danno forma di spirale in una perfetta sequenza di Fibonacci Illustrazione 7
(una serie di numeri in cui ogni numero è la somma dei due numeri precedenti).
L’illustrazione 8 mostra la pigna in due stati: chiusa e poi aperta – con i suoi semi a forma d’ala dispersi dal vento.

Illustrazione 8

La pigna come simbolo spirituale si trova anche in altre antiche civiltà. Nell’illustrazione 10 il dio Shiva dell’antica India viene mostrato mentre tiene in mano una pigna.

Illustrazione 10

Nell’illustrazione 11 (1224 a.C.) vediamo il bastone del dio egizio Osiride con due serpenti che si alzano verso la pigna. In Grecia la pigna è un simbolo associato con il figlio di Zeus, Dioniso (tra le altre cose, il dio della fertilità).

Illustrazione 11

Oggi il simbolo il “cortile della pigna” si trova perfino nella città del Vaticano (illustrazione 12) e sulla ferula papale (illustrazione 13).
Illustrazione 13 Illustrazione 12
Alcuni ricercatori mettono in rilievo che una pigna può essere usata come aspersorio per spruzzare “l’acqua della vita” nel cielo e in tutto il mondo – portando la vita a tutti. L’illustrazione 9 corrobora questa teoria, rivelando che almeno alcune delle borse sembrano piuttosto dei secchi – presumibilmente contenendo “l’acqua della vita”, che si trova nel primo verso dell’ultimissimo capitolo della Bibbia, Apocalisse 22,1. Illustrazione 9

Poi l’angelo mi mostrò
il fiume dell’acqua della vita,
limpido come cristallo.

Ora, dato che la pigna è rappresentata in una mano con il contenitore-con-maniglia nell’altra, ha senso pensare che la borsa contenga “l’acqua della vita” e/o “l’alito vitale” di cui parla Genesi 2,7: “E il SIGNORE Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l'uomo divenne un'anima vivente.” Questo indicherebbe che gli antichi dei facessero emergere l’essenza della vita dai regni invisibili dei cieli e la portassero in giro per questo mondo per dare vita a tutto ciò che vediamo. E questa vita sgorga dall’invisibile e poi in questo mondo attraverso la perfezione geometrica simboleggiata nella semplice pigna.
Ma tutto diventa ancora più affascinante! Quando la pigna è chiusa è molto simile a una delle ghiandole endocrine che disperdono ormoni. E’ la ghiandola pineale nel centro geometrico del nostro cervello, il chakra “del terzo occhio” descritto nello Yoga Sutra e nelle visioni di Edgar Cayce, “… l’occhio nascosto nel centro del sistema cerebrale … sentito nella parte anteriore della testa o nel punto appena sopra il … setto nasale …” (281-13)
Per comprendere pienamente il ruolo fondamentale che la ghiandola pineale svolge nella nostra stessa creazione fisica, è sufficiente leggere quanto segue:

“Se si discute di questo da un punto di vista anatomico, nel feto all’inizio della gestazione, troviamo che questa [la ghiandola pineale] possa essere definita la Costruttrice. Come si vede, in principio la sede della stessa è nel centro o nucleo intorno a cui tutta la materia prende la sua prima forma e diventa il cervello che guida e dirige la costruzione del corpo quando avviene lo sviluppo nel grembo… “(294-141)
Questa ghiandola strabiliante nel profondo del nostro cervello contiene anche delle caratteristiche che si trovano nei nostri occhi, portando molti a considerare che i “bastoncelli” e i “coni” nella ghiandola pineale, che è nel profondo nei recessi oscuri del nostro cervello, possano agire come trasduttori di luce che ricevono la loro luce da una fonte che si trova al di là del sole fisico. Così, da molto tempo la ghiandola pineale viene considerata il terzo occhio, un occhio che vede oltre la realtà fisica.
Fisicamente la ghiandola pineale crea e secerne in tutto il nostro sistema ormonale la melatonina che rileva i cambiamenti nel nostro ambiente (cambiamenti sia interni sia esterni) e regola i nostri ritmi circadiani di conseguenza. La serotonina è il precursore della melatonina ed è un ormone legato ai buoni sentimenti o alle “buone vibrazioni”. La ghiandola pineale immagazina anche serotonina in grandi quantità. Questo è necessario perché le 40 milioni di cellule nel nostro cervello usano la serotonina per comunicare e interagire.
Infine c’è la convinzione crescente che la ghiandola pineale produca anche una sostanza chimica o delle sostanze chimiche che ci permettono di entrare in altre dimensioni di coscienza. Ne troviamo un cenno nelle “forze immaginative” descritte da Edgar Cayce in una lettura sulla ghiandola pineale:

“… ci sono delle condizioni PRECISE che sorgono dall’interno dell’uomo interiore quando un individuo entra nella vera o profonda meditazione. Si verifica una condizione fisica, ha luogo un’attività fisica! Agendo attraverso che cosa? Attraverso ciò che l’uomo ha scelto di chiamare immaginazione e impulso, e le fonti dell’impulso sono provocate quando si tengono lontani i pensieri relativi ad attività o attributi delle forze carnali dell’uomo… Allora i cambiamenti hanno luogo naturalmente quando si suscitano quegli stimoli DENTRO l’individuo che ha in sé la sede della dimora dell’anima, nel corpo individuale dell’entità o uomo, e poi questo fa parte dell’individualità invece che della personalità. (281-13)

Nel lessico di Cayce l’”individualità” è l’anima o psiche intima e la “personalità” è la parte esterna, incarnata del nostro essere più ampio. E la “sede dell’anima” di Cayce è nel centro “lyden” [di Leydig], il secondo chakra, spesso definito il chakra dell’ombelico. E’ interessante notare che, nel tentativo di aiutare una donna che soffriva di problemi di salute, Cayce rivela che il centro lyden e la ghiandola pineale comunicano attraverso il sistema nervoso cerebrospinale e quello simpatico. Cayce spiega che “nel funzionamento di questi organi stessi, questi sono ottimi … ma ella è …più ammalata nell’anima che nel corpo.” (3969-1) E nella lettura 281-38 Cayce affermò chiaramente: “Le forze ghiandolari sono quindi sempre affini alle fonti da cui, attraverso cui, l’anima dimora nel corpo.”
Nel pezzo di pietra mesoamericano (illustrazione 2) vediamo che il dio con la borsa è seduto all’interno di un serpente piumato che gli sta correndo su per la schiena, lungo la sua colonna cerebrospinale, dai suoi chakra inferiori a quelli superiori. Il canale della forza vitale nel corpo umano è spesso raffigurato come un serpente che si innalza e che porta l’energia dai centri inferiori orientati all’esterno ai centri superiori più orientati all’interno del nostro cervello e della mente. Cayce conferma questo nella lettura 294-141.
In questa lettura troviamo che la forza vitale ha un flusso naturale dal centro di lyden alla ghiandola pineale – un canale chiamato sushumna da Patanjali, l’autore dello Yoga Sutra. Quando una persona si è allenata e ha fatto esperienza nell’innalzare questa energia, ne derivano una salute migliore e una maggiore illuminazione. Inoltre questa medesima lettura ci dà un suggerimento chiave per la vita: “… Mantieni la ghiandola operativa e non invecchierai – sarai sempre giovane!” (294-141)
E così, immergiamo la nostra “pigna” pineale nell’acqua della vita che portiamo nel profondo del nostro sé superiore, divino e, in tal modo, viviamo una vita più felice, più sana e più illuminata.
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